“Mbotama Malamu”: Buon Natale da AMKA e dal Congo

Oggi ospito con estremo piacere il racconto di Alessandro, un amico che lavora per AMKA, organizzazione no profit nata per contribuire al miglioramento reale della vita delle popolazioni del Sud mondo…

Natale. Una parola che significa molto per noi. Significa festa, pace, tradizione, regali, luci. È la famiglia che si riunisce attorno ad una tavola imbandita, con cibi ricchi, pietanze calde che scaldano l’anima. Simile si riproduce per tutto l’Occidente, ma è poco noto di come venga vissuto dalle popolazioni del terzo mondo, come quella congolese…

..Ebbene in Congo lo vivono con il massimo spirito e la gioia più forte, nonostante le difficoltà, nonostante la fame, la sete, la povertà, le malattie, la continua lotta contro la morte. Dalle nostre parti ci si lamenta spesso dei prezzi troppo alti che non ci permettono di comprare regali, che comunque compriamo. Beh, si: la nostra situazione è effettivamente grave se non sappiamo più cogliere la vera gioia del Natale e ogni pretesto è buono per rilanciare nella mischia le solite parole: crisi e povertà, fino a fargli perdere di realtà, come se fosse un semplice slogan.

Abbiamo molto da imparare guardando questa gente, la gente del Congo, che, nonostante la guerra civile che l’anno scorso lasciava i morti per le strade, è scesa nei villaggi, a portare il canto di Natale.

Ma come festeggiano il Natale i congolesi? Quali sono le loro usanze? Da quando, secoli or sono, l’Africa ha inglobato dall’Occidente la tradizione natalizia, la festività ha assunto un aspetto autonomo, ricco di qualità uniche.

La mattina della vigilia, alcune donne scelte per il coro scendono nei villaggi percorrendo tutte le strade e innalzando canti religiosi, vestite con gli abiti migliori: stoffe colorate che impazzano al vento polveroso e ondeggiano al ritmo del canto.

La religione è un aspetto preponderante e tutto l’evento viene improntato su di essa, molto più che nel nostro paese. La sera, nelle Chiese, i cori sacri vanno avanti per ore, solitamente fino all’una di notte, ma anche oltre! La tenacia e la passione che imprimono nel Natale è unica…non ci si aspetterebbe tanta forza da un paese ridotto in miseria come il Congo.

La cena si svolge tutti insieme, condividendo il cibo: il tavolo viene portato alla soglia dell’abitazione e tutti i parenti e gli amici si riuniscono portando qualcosa da mangiare. Si cerca sempre di rendere indimenticabile l’evento preparando qualche piatto più prelibato del solito. Niente di speciale per noi: un po’ di pollo o tacchino, ma non capita tutti i giorni in Congo e nel resto dei paesi poveri dell’Africa di mangiare carne.

A volte ci si può permettere qualche regalo, oppure lo si costruisce, intagliando un trenino nel legno che fa sognare qualche bambino (il Congo è un paese di grandi artigiani e artisti). È un momento speciale anche per loro, i più piccoli, che finalmente vivono momenti di felicità collettiva, vedono il paese in festa e si sentono un po’ alleviati dal peso della povertà che portano sulle spalle.

Il giorno successivo tocca agli uomini ravvivare l’allegria nelle case, scendendo in piazza con maschere a volte allegre, a volte spaventose e grottesche e danzando al ritmo dei tamburi.

Se ogni anno queste famiglie riescono a vivere un così bel Natale, lo si deve in parte alle organizzazioni no profit che danno una mano combattendo le malattie, la malnutrizione e la povertà, assicurando, di anno in anno, un Buon Natale a tutti i bisognosi. Organizzazioni come AMKA, che da oltre un decennio si occupa dello sviluppo del Congo e ultimamente anche del Guatemala. È di questa associazione Onlus che voglio parlarvi, per raccontarvi di quanto cuore ci metta per far vivere ai bambini del Congo e del Guatemala un Natale ogni anno sempre speciale, con qualcosa di nuovo e la speranza in un miglioramento.

Il legame che si è instaurato negli anni si è ormai consolidato, come si può capire dai numerosi articoli che vengono postati dai volontari sul sito di AMKA: tanti racconti di vita, delle difficoltà e delle vittorie, in diretta.

Quando la mattina della vigilia di Natale le donne accorrono lungo le strade, vanno fin sotto le case dei volontari, svegliandoli e rendendoli parte della festività. E’ in momenti come questi che ci si può sentire gratificati dal lavoro svolto e in cui ognuno capisce perché è li: per portare il suo contributo.

AMKA ha migliorato la salute impegnandosi in numerose campagne di vaccinazione, nelle quali i volontari stessi e i medici del posto correvano con le jeep in ogni villaggio, più veloci della malattia. La mortalità infantile è diminuita, le donne sono aiutate nel parto: a questo link sono riportati alcuni dati.

Gli artigiani, i medici, gli insegnanti e tutto il personale del posto vengono incentivati e aiutati nella loro crescita. Alle famiglie viene dato un orto e la possibilità di usufruire di un microcredito. È davvero impossibile condensare in poche righe tutto quello che AMKA ha fatto e sta facendo per queste popolazioni.

E anche a adesso non si tira indietro: raccoglie fondi, regali utili e cerca di sensibilizzare tutti noi, soprattutto in questo periodo natalizio. Ecco quindi campagne come “Dove non arriva Babbo Natale arrivi tu”, che cerca di raccogliere fondi per combattere la malnutrizione, che è ancora una delle prime cause dell’alto tasso di mortalità infantile. Anche Privalia collabora con AMKA ogni anno in questo periodo, per portare regali utili alla popolazione, come macchine per il cucito, frigoriferi, vestiti e quant’altro.

AMKA si concentra moltissimo sui bambini, perché da loro parte il futuro che sta cercando di costruire. Per questo assicura loro l’istruzione e le cure adeguate per una buona crescita. È disposta a puntare tutto su di loro.

Come possiamo aiutare AMKA? Anche semplicemente condividendo la sua pagina Facebook o seguendo il suo profilo Twitter e spargendo la voce sulle varie iniziative.

Cerchiamo di fare qualcosa, almeno a Natale! Se non altro cerchiamo di imparare da loro, dagli analfabeti, dai poveri senza una casa sicura, senza un futuro sicuro. Impariamo da chi non ha nessuna pretesa di insegnare ma vive nel modo migliore il giusto spirito del Natale.

 

Alessandro

 

L'autrice: *Redazione*

Della Redazione di Bimbi e Viaggi fanno parte tutti i genitori che hanno raccontato i loro viaggi in giro per il mondo assieme ai loro piccoli esploratori: consulta la sezione "CHI SIAMO" per maggiori dettagli sulla nostra community

Commenti

  • Reply Johnny Starman

    Ma invece cosa ne pensate di un safari in Africa. Recentemente mi è stato proposto come regalo di compleanno da un gruppo di amici. All’inizio ero un po’ dubbioso, poi dopo aver visto delle foto di un’amica che era stata al Kruger Park in Sudafrica mi sono quasi convinto. Quali possono essere i pro e i contro, considerato che porterei con me una bimba di sei anni?
    Grazie
    Johnny

    • Reply *Milly*

      Ciao Johnny, non ho una grande esperienza di safari: l’unico che ho fatto è stato in Sri Lanka (http://www.bimbieviaggi.it/2013/05/12/sri-lanka-con-bambini-informazioni-pratiche-viaggio-indipendente/) in un contesto molto soft. Credo che l’unica eventuale controindicazione a vivere un’avventura del genere sia l’eventuale necessità di fare vaccini prima della partenza. So che la Namibia è tranquilla da questo punto di vista, non ho informazioni in merito al Sud Africa. Se però verifichi che la situazione sanitaria è tranquilla, credo che per tua figlia sarà un’avventura indimenticabile…E spero che avrai voglia di condividerla con noi per farci vivere questa bella esperienza! 😀

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