Tokyo con bambini e in gravidanza: 5 giorni indimenticabili

Un viaggio alla scoperta di Tokyo assieme a Martina, 4 anni: ecco il diario di viaggio di mamma Enrica che, con in pancia il fratellino Valerio, ci racconta la magia del Giappone…

La prima tappa del nostro viaggio in Giappone prevedeva cinque giorni pieni a Tokyo. Per il nostro soggiorno in città abbiamo scelto un piccolissimo appartamento nella zona di Shinjuku  all’interno del Cittadines Hotel. Un letto matrimoniale, uno singolo, un angolo cottura, un frigorifero, un bel bagno giapponese con tanto di WC riscaldato dotato di playlist musicale e una grande finestra dimensione parete con vista sulla strada principale. Posizione perfetta, a pochi minuti a piedi dalla stazione della metropolitana e a poche decine di metri da numerosi bar e ristoranti del quartiere ma abbastanza distante dal rumore e dalla folla della stazione centrale di Shinjuku.

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Shinjuku

Tokyo con bambini: Shinjuku (giorno 1)

Arriviamo all’aeroporto di Haneda alle 7.30 del mattino e prendiamo uno dei tanti taxi in fila davanti al Terminal 3 che in quaranta minuti circa e al costo di 6000 Yen ci porta in Hotel. Al Cittadines il nostro mini appartamento non è ancora pronto dunque usciamo a far colazione. Beviamo latte al tea verde, il primo delle decine che avremmo bevuto nei giorni successivi, e mangiamo ciambelle e dolcetti impastati con farina di legumi. Facciamo un giro per il quartiere, troviamo un piccolo parco giochi in cui Martina può scivolare e dondolare un po’, dopodiché’ torniamo in Hotel per una bel pisolino. Chiudiamo tutte le tende e posizioniamo la sveglia quattro ore più tardi. Svegliarci è dura, soprattutto per Martina! In qualche modo riusciamo ad alzarci, cambiarci e uscire e attraversiamo tutto il quartiere in direzione Shinjuku Central Station.

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Shinjuku  è la Tokyo moderna per eccellenza: grattacieli, luci, cartelloni pubblicitari colorati dallo stile inconfondibile dei cartoni animati anni ’80, negozi grandi e piccoli, ristoranti e caffè.

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Un turbinio di suoni e colori che ci sveglia definitivamente e ci catapulta in un mondo che fino a quel momento avevamo soltanto immaginato e che ora stiamo vivendo. Gironzoliamo fino a sera, scegliamo un ristorante per la cena, comperiamo latte e frutta in un piccolo supermercato dietro al Cittadines e andiamo a dormire parecchio distrutti ma felici di aver iniziato la nostra avventura in questa splendida città.

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Unico neo, il parco di Shinluku Gyoen è purtroppo chiuso in quanto qualche giorno prima del nostro arrivo era stato disinfestato dopo che vi erano state trovate zanzare portatrici di dengue.

Tokyo con bambini: Ghibli Museum (giorno 2)

Il nostro programma per il secondo giorno prevede la tanto attesa visita al Ghibli Museum, situato nel quartiere/cittadina di Mitaka a ovest di Tokyo. Raggiungiamo la fermata di Shinjuku-Gyoemmae e chiediamo all’addetto informazioni dove possiamo reperire e caricare le Suica card, delle carte prepagate che permettono non solo di pagare dei biglietti ridotti su tutte le linee della metro e dei treni dell’area metropolitana ma anche di pagare  nei negozi e ristoranti abilitati.

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Un po’ come la nostra Oyster Card ma più intelligente: purtroppo non è possibile prenderle li così comperiamo dei biglietti costo minimo per la stazione centrale.

La stazione di Shinjuku è davvero enorme e le indicazioni veramente poco intuitive per dei viaggiatori occidentali, in ogni caso, Lonely Planet e mappa alla mano raggiungiamo le biglietterie, comperiamo e carichiamo le Suica e chiediamo informazioni su come raggiungere la piattaforma del treno metropolitano della Chuo Line che ci porta a Mitaka. Cominciando a muoverci per la stazione, finalmente capiamo la chiave di lettura dei centinaia di cartelli in giro e diventa tutto più semplice. Troviamo il binario e aspettiamo il treno che arriva in orario come da copione. Una volta a destinazione, scendiamo, facciamo colazione con i nostri ormai immancabili “latte al tea verde” e ci dirigiamo verso il Museo Ghibli costeggiando un bel parco lungo un canale e delle splendide case in stile tradizionale.

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Il Ghibli è esattamente come ce lo aspettavamo, una creazione fantastica creata da una mente geniale.

Tutto è curato nei minimi dettagli, gli stessi biglietti di entrata sono un piccolo capolavoro: rappresentano ognuno una sequenza di uno dei film animati del Maestro! Come già sapevamo non ci è permesso scattare fotografie nell’area del Museo dunque se volete vederlo: andate e stupitevi!

Menzione speciale va ai bagni del Museo, gli unici occidentali visti in tutto il nostro viaggio, non avere la tavoletta riscaldata che emette suoni concilianti e rassicuranti è troppo medioevale!

Il Ghibli è all’interno di un parco dove si trova anche un simpatico playground pieno di bambine e bambini giapponesi che scivolano, dondolano e saltano la corda.

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Comunicare con loro non è oggettivamente semplice ma il sorriso e la simpatia di Martina fanno miracoli quindi spendiamo il resto del pomeriggio li, noi riposandoci al sole, lei giocando con le sue nuove amiche che parlano soltanto giapponese.

A sera torniamo in centro e gironzoliamo per i giardini del Palazzo Imperiale e ci fermiamo in uno dei tanti locali di Nihombashi/Mouromachi, il distretto finanziario della città, dove si respira lusso e denaro. Anni ’80 ma pur sempre denaro.

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Palazzo Imperiale

Tokyo con bambini: Asakusa (giorno 3)

Il terzo giorno ci svegliamo tardi e ci dirigiamo di nuovo in centro per visitare il quartiere di Asakusa. Asakusa è il centro storico di Tokyo dove si trova il caratteristico mercato tanto fotografato dai turisti occidentali che funge da ingresso del più importante tempio buddista della città, il Senso-ji.

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Il giorno in cui visitiamo il tempio è un giorno festivo, l’Okumuchi Matsuri, le cui celebrazioni uniscono riti shintoisti, cinesi ed europei risultando in una folla enorme di persone che visita i templi in abiti tradizionali, ma anche draghi danzanti e barchette di carta fatte galleggianti.

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Attraversato il mercato e raggiunto il tempio ci facciamo aiutare da un gentilissimo ragazzo e partecipiamo anche noi al rito della fortuna, lasciando un piccolo obolo prendiamo il nostro foglio e lo appendiamo all’opposito filo. Speriamo bene!

Nel pomeriggio visitiamo il parco di Ueno, passeggiamo, guardiamo i mimi, Martina si diverte sulle giostre, mangiamo torte di pesce, dolcetti fatti di farina di fagioli e beviamo l’immancabile tea verde.

Tokyo con bambini-giostra

Notiamo un affollatissimo Starbucks, l’unico che abbiamo visto a Toky,o e facciamo spesa nell’adiacente mercato di prodotti artigianali. Ceniamo in un buon ristorante proprio davanti all’entrata dello zoo e sulla via di casa riusciamo anche ad assistere ad una partita di baseball!

Tokyo con bambini: a spasso per musei (giorno 4)

Il mese di Ottobre è a rischio uragani in Giappone e al nostro quarto giorno in città ne facciamo la conoscenza. Pioggia e vento forti sono previsti per la tarda mattinata e il pomeriggio, quindi decidiamo di stare al chiuso e visitare qualche museo. Avremmo voluto visitare il Museo della fotografia, ma scopriamo che è chiuso per restauro fino a metà 2015 quindi ci accontentiamo del Tokyo National Museum e del Museo delle Scienze naturali.

Tokyo National Museum - Tokyo con bambini - Giappone con bambini - informazioni pratiche viaggio in giappone con bimbo - organizzare viaggio in giappone
Tokyo National Museum
Museo delle Scienze Tokyo con bambini - Giappone con bambini - informazioni pratiche viaggio in giappone con bimbo - organizzare viaggio in giappone
Museo delle Scienze

Non conosciamo molto la storia giapponese dunque il primo museo è tutta una scoperta; anche il museo delle Scienze non è male, soprattutto la parte dedicata alle invenzioni giapponesi del 20mo secolo. Martina come al solito è nel suo ambiente e si diverte un sacco, i due musei sono ricchi di angoli interattivi e storie interessanti e la giornata passa piacevolmente.

Da segnalare che i bambini entrano gratuitamente nei musei e gli adulti che li accompagnano pagano un biglietto scontato della metà.

Rimaniamo all’interno dei musei tutta la mattina e gran parte del pomeriggio. Quando usciamo piove un po’ in tutte le direzioni e soffia un vento caldo e forte. L’impressione è quella di un temporale estivo a Roma, ma senza caos e allagamenti improvvisi. Tutto nella città continua più o meno a funzionare, sulle migliaia di biciclette parcheggiate per la città compaiono magicamente teli impermeabili, il traffico si dirada e i più temerari girano in bici in equilibrio tenendo aperti degli enormi ombrelli.

Ceniamo in uno dei tanti ristoranti intorno al nostro appartamento scambiando quattro chiacchiere con il proprietario, un ragazzo moto simpatico che parla pochissimo inglese: ci dice che nel suo ristorante non entrano quasi mai turisti Europei perché questi cercano principalmente pesce crudo mentre il suo è un ristorante di pesce, buonissimo peraltro, cotto. Non sanno cosa si perdono!

Tokyo con bambini: centro e isola di Odaiba (giorno 5)

Passato l’uragano e scomparsi altrettanto magicamente come erano apparsi i teli sulle biciclette, Tokyo è più in forma che mai.

Per il nostro penultimo giorno in città il nostro programma è quello di portare Martina a Disneyland. Prendiamo la metro e poi il treno che ci porta sull’isola metropolitana di Maihama dove sorgono i due parchi della Disney: Tokyo Disneyland e Disney Sea Park. Purtroppo i biglietti per entrare in giornata sono terminati quindi prendiamo i biglietti per il giorno successivo. Rimaniamo abbastanza sconvolti dal fatto che neppure le hostess del parco parlino inglese, neppure al centro informazioni! Scopriamo che per rispondere alle domande dei pochi turisti occidentali, hanno dei cartelli con risposte multiple, in più lingue. Dire che la cosa sia surreale nonché snervante è poco. Ma tanto è!

Con i biglietti in tasca torniamo in città, facciamo una passeggiata per le colline di Roppongi da cui si vedono il Manam, il palazzo di bronzo che sembra un ragno gigante e la Tokyo Tower. Qui mangiamo il miglior pasto del nostro viaggio, una zuppa di carne e verdure e tagliatelle all’uovo, provare per credere!

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Da li scendiamo verso Akasaka dove prendiamo un traghetto che ci mostra la vera natura di questa immensa, brillante, colorata e ordinatissima città: l’insularità. Riconosciamo lungo il percorso il retro del mercato di Tsukiji, dalla caratteristica forma a mezza luna.

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traghetto a Tokyo

Abbiamo scelto coscientemente di non visitare il mercato per due ragioni: primo per non impressionare Martina, secondo come forma di dissenso verso il perseverare del governo giapponese all’uccisione delle balene. Per carità gesto sicuramente non eclatante e soprattutto non rumoroso, ma facciamo ciò che possiamo, per una causa in cui crediamo.
Dopo circa un’ora di navigazione raggiungiamo l’isola di Odaiba, uno dei luoghi, a nostro avviso, più affascinanti della città. Passiamo un paio di ore sulla spiaggia, costruendo castelli, guardando i surfisti e mangiando dei caratteristici dolci fatti con pasta fritta e zucchero, visitiamo i giardini dove si trova una copia della statua della libertà e assistiamo a vari spettacoli di artisti di strada.

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Odaiba

Intorno a noi svettano il Tokyo Big Sight, sede del Toyota Exibition centre, la Palette Town e il Mega Web dove sono permanentemente esposte le ultime creazioni Toyota,  il Miraikan e L’Oedo Onsen Monogatari, uno degli onsen, centri termali, più visitati della città.
Per tornare in Hotel prendiamo la monorotaia Yurikomame che passa su uno dei ponti a singola arcata più lunghi del Giappone, il Rainbow Bridge, a detta dell’esperto, una meraviglia dell’ingegneria civile!

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Con grande rammarico le nostre giornate a Tokyo sono terminate; l’indomani ci aspetta Disneyland e poi via, on the road sulle montagne del Giappone Centrale.

Che dire, Tokyo ci è piaciuta un bel po’: siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla sua pulizia e dalla cordialità dei suoi abitanti, esterrefatti dalla bontà del suo cibo e dalla varietà di colori e forme di cui è fatta.
Vi abbiamo passato 5 giorni magnifici, grazie Tokyo e arrivederci!

Leggi tutti i nostri racconti di viaggio in Giappone con bimbi

 

Enrica
[testi e fotografie di Enrica Ippoliti]
(La foto di copertina è tratta dall’originale di  Ian Muttoo con Licenza Creative Commons)

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