Viaggiare durante la scuola: tra passione, educazione “on site” e obblighi sociali!

E’ sicuramente uno dei temi più scottanti per le famiglie che viaggiano: quando i bambini iniziano ad andare a scuola, che fare? Viaggiare durante i mesi delle lezioni o limitarsi alle vacanze estive?

Si tratta di un argomento che ho a cuore da tempo. Dallo scorso settembre per la precisione (visto che alla scuola dell’infanzia il problema non si poneva).
Per questo nostro primo anno di scuola siamo stati molto fortunati, fra le lunghe vacanze natalizie in occasione delle quali siamo riusciti a pianificare un viaggio low cost alle Maldive, e i lunghi ponti in arrivo tra Pasqua e 1 maggio.

Viaggiare durante la scuola: scuola alle maldive
Amanda in una scuola delle Maldive

Ultimamente però il grande dilemma è “tornato alla ribalta” in occasione di una discussione all’interno del nostro gruppo facebook…tutta colpa di Francesca!

Ne ho parlato tante volte con Liliana e Milly ma vorrei confrontarmi anche con voi….
Cosa ne pensate delle assenze da scuola per andare in viaggio?

Da queste due righe è nato un bel dibattito tra tutte le mamme del gruppo…

T., mamma di due bimbe di 3 e 5 anni, dice:

Chi viaggia, giovane o adulto, ha e avrà sempre una marcia in più…e non c’è libro che tenga. Però scegliere di fare lunghe assenze da scuola dipende da tanti fattori: dalla classe frequentata, dalla preparazione del bambino, dalla lunghezza delle assenze…se il tutto rientra in un quadro normale, io ne penso tutto il bene possibile.

La vediamo tutte più o meno allo stesso modo, però abbiamo potuto constatare che la risposta alla domanda di Francesca non è semplice e dipende da diversi fattori…

Viaggiare durante la scuola: dimmi dove vivi
e ti dirò che viaggi farai!

dubai-con-bambini-kidzania
Lorenzo a Dubai

L’Italia si trova in una situazione molto diversa rispetto ad altri paesi europei. Da noi le vacanze scolastiche si limitano a due periodi: Natale (circa 2 settimane) e estate (con una -a mio parere- imbarazzante chiusura di 3 mesi che crea non pochi problemi alle famiglie ed al sistema economico italiano…ma questo argomento meriterebbe un trattato a parte).

In altri paesi le cose stanno diversamente.

Michela vive ad Amsterdam, il suo Memi ha 2 anni e inizierà la scuola il prossimo anno:

Qui da noi sono inflessibili, non possiamo fare vacanze durante le lezioni altrimenti prima ci tirano le orecchie e poi bloccano l’iter curricolare. Devo dire che però, rispetto all’Italia, le vacanze sono distribuite molto meglio e in tutto l’anno, con diversi break sparsi ogni 2 mesi. Quindi da questo punto di vista agevolano le vacanze fuori stagione! Ho già visto il calendario scolastico 2015: abbiamo una settimana di vacanze a ottobre, 3 settimane a dicembre, 1 a febbraio, 2 ad aprile, 1 a giugno e poi tutto agosto… quindi in realtà di occasioni perviaggiare ne abbiamo parecchie!

Situazione analoga per Enrica, che vive a Londra, con la sua Martina, 4 anni

L’asilo è aperto 12 mesi all’anno e quindi c’è molta libertà. La scuola che inizia dai 4 anni invece diventa più rigida. Può variare da istituto a istituto ma solitamente vengono “segnalati” (cioè si investiga sulla situazione familiare) i bambini che nell’anno effettuano più di 10 giorni di assenza (comprese le malattie). Ci sono però diversi break durante l’anno: due settimane a Natale, una settimana a febbraio, due settimane a Pasqua, una settimana a fine maggio, una settimana a fine ottobre e infine 6 settimane in estate.

Ovviamente non è solo il Paese di residenza ad influire sulla possibile compatibilità tra scuola e viaggi…

Viaggiare durante la scuola:
bimbi piccoli problemi piccoli, bimbi grandi…

slitte in finlandia
Valeria in Finlandia

Nel valutare l’opportunità o meno di viaggiare durante l’apertura della scuola, un fattore fondamentale è l’età del bambino, che influisce fondamentalmente in due modi.

Le assenze da scuola diventano tanto più significative quanto più sono grandi i bambini: una settimana di assenza dalle elementari pesa meno di una settimana di assenza dalle medie. Il mio pensiero qui vola subito a Liliana, una super mamma viaggiatrice e blogger che, costretta a prendere ferie durante i mesi della scuola, ha sempre portato in giro la sua Valeria. (A me basta vedere il suo sorriso e sapere che Valeria ha ottimi voti a scuola per capire che la sua scelta non è sbagliata).

Valeria frequenta la terza media. Chiudiamo l’anno con quasi due mesi di assenza (il massimo consentito prima della bocciatura di legge). Ovviamente il rendimento è al top, altrimenti non lo faremmo. Ogni volta che torniamo da un viaggio lei si butta sullo studio giorno e notte e recupera in 7-10 giorni il tempo perso. Spesso è la prima della classe, nonostante alcune “ritorsioni”.
Purtroppo non ho mai incontrato insegnanti che considerassero “normale” questa situazione: lo scoglio più grosso resta proprio quello di farlo accettare a loro.

Altro elemento che varia al variare dell’età è rappresentato dagli interessi e dalle esigenze del bambino stesso.

Molto interessante quello che dice Simona, mamma di un bimbo di 8 anni:

Io penso che, se un bambino non ha difficoltà di rendimento scolastico, assenze più lunghe del “normale” non siano un grosso problema, soprattutto se durante l’assenza i genitori lo aiutano a star dietro ai compiti e allo studio. E concordo che un viaggio spesso valga più di tanti libri, si imparano tantissime cose.
Detto questo, però, penso che la cosa più importante sia trovare l’equilibrio tra le nostre passioni e la personalità e gli interessi dei nostri figli. Mio figlio ha 8 anni e fa sport, stare via molto durante l’anno per lui significherebbe, ad esempio, mollare gli allenamenti, i tornei (a cui tiene moltissimo) e le gite scolastiche…Io, personalmente, preferisco organizzare i nostri viaggi in periodi “liberi” per tutti e non monopolizzare i mesi estivi: alla sua età è giusto che provi anche le SUE esperienze di crescita senza di noi (il camp di una settimana in montagna senza genitori, i centri estivi, andare via qualche giorno con l’amico e i suoi genitori….). Mi accorgo sempre di più che, man mano che crescono, è delicato segnare la linea di confine tra ciò che vogliamo e amiamo noi genitori e ciò che ama, vuole, di cui ha bisogno lui. Insomma, non riesco a dare una risposta “assoluta”, valutiamo e valuteremo di volta in volta nel rispetto delle esigenze di tutti.

E io cosa ne penso?

Fondamentalmente concordo con tutto quanto raccontato dalle altre mamme, ma credo che il nodo cruciale di tutta la questione sia uno: il rapporto genitori – insegnanti.

Rapporto tra genitori ed insegnanti:
odi et amo?

Viaggiare durante la scuola: fare i compiti in auto

Una sera ero a cena con Silvia, una mia amica, e sono rimasta molto colpita (positivamente) da un suo racconto: quando da piccola andava in vacanza durante la scuola, la sua maestra di italiano le dava sempre un compito extra: ‘scrivere un tema sul viaggio’. E lei -aveva gli occhi luminosi mentre me lo diceva- ogni sera, mentre era in vacanza, si metteva davanti al suo quaderno per raccontare al meglio le vacanze e al rientro la maestra le dava il voto. (Ora si è laureata in Conservazione dei Beni Culturali, lavora in una casa editrice e realizza progetti di promozione culturale per i bambini…insomma, grandi danni da queste assenze non sembra averli subiti!).

Altre persone invece mi confessano che le assenze da scuola penalizzano i bambini che, a parità di rendimento rispetto ad altri, si vedono attribuire voti più bassi.

Ma dove sta la verità in tutto ciò?
Come bisogna comportarsi?
Come conciliare l’esigenza di viaggiare
con gli obblighi derivanti dalla nostra vita sociale?

Ho voluto scrivere questo post poprio per chiarirmi le idee, per mettere nero su bianco tutti i pro e contro, perchè se da un lato sono certa che viaggiare sia educativo e indispensabile, dall’altro mi sento in colpa se non rispetto le regole che la mia società mi impone (soprattutto quando questo danneggia mia figlia!).

Dal mio punto di vista di genitore, credo che i punti salienti siano essenzialmente due:

  • far comprendere agli insegnanti cosa significhi per noi viaggiare
  • capire noi stessi cosa possiamo fare perchè i viaggi non danneggino l’andamento scolastico dei nostri figli

Perchè viaggiamo?

Viaggiare significa toccare con mano la diversità, vedere coi propri occhi ciò che siamo abituati a studiare solo sui libri.

Viaggiare significa crescere sapendo che il mondo non finisce dietro casa ma c’è un intero universo da scoprire e conoscere, nel bene e nel male.

Viaggiare significa aggiungere tanti frammenti di cultura alla formazione dei nostri piccoli esploratori: un viaggio può diventare una full immersion di geografia, storia, scienze, inglese, ginnastica, orienteering, educazione civica e chi più ne ha più ne metta.

E nelle parole della psicoterapueta potete trovare altre valide argomentazioni in materia:

> Perchè si deve viaggiare con i bambini? <

Perche viaggiamo durante la scuola/ fuori stagione?

I motivi possono essere molteplici ma mi sento di dire che quelli fondamentali sono due:

  • alcuni paesi lontani -soprattutto per questioni climatiche- sono visitabili solo in periodi diversi dalle nostre vacanze
  • viaggiare durante la nostra “alta stagione” significa mediamente spendere il doppio per lo stesso tipo di viaggio e purtroppo non tutti se lo possono permettere

Aggiungerei anche che qualcuno deve viaggiare per lavoro e avere con sè la famiglia (mi rendo conto che siano casi rari ma per noi family travel blogger è cosi).

Detto ciò, cosa fare per non penalizzare l’andamento scolastico dei nostri bambini?

Credo che la cosa migliore sia sempre instaurare un rapporto di sincera collaborazione con gli insegnanti, per fare in modo che, anche in viaggio, non si resti indietro col programma e, una volta rientrati, in pochi giorni -anche se con un po’ di fatica- ci si possa rimettere in pari. Magari integrando il percorso di studi con una bella interrogazione sul viaggio appena concluso! 😉

Questo è ciò che penso….e voi, genitori, cosa ne pensate?

Ci sono anche insegnanti all’ascolto che possono
fornirci il loro punto di vista?

Quali sono i pro e i contro dei viaggi durante la scuola?

Grazie per i contributi che vorrete mandare: il discorso non finisce qua! Sto già lavorando su alcuni approfondimenti molto interessanti per conoscere altri punti di vista… Stay tuned! 😉

Milly
(testi e fotografie di Milena Marchioni)

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L'autrice: * Milly Marchioni *

Mamma di Amanda, classe 2007. Viaggiatrice indipendente, adoro i vulcani, il mare e le isole tropicali ma anche la montagna e in generale i viaggi a contatto con la natura, passando per le città, i piccoli borghi, i castelli, le sagre di paese... Scoprire il mondo con gli occhi di mia figlia mi sta aiutando a crescere come viaggiatrice ma soprattutto come persona.

Commenti

  • Reply Laura Santi

    Mai un post poteva essere più azzeccato per me ora! Noi siamo una famiglia normale con due figli, uno di quasi 7 anni (quindi elementari) e l’altro di tre!
    Sicuramente è stato più facile viaggiare per noi quando i bimbi erano piccoli. Ora i vincoli della scuola elementare ci sono, nel bene e nel male. Condivido in toto la risposta di Simona, mamma di un bimbo di 8 anni. Ad un certo punto è necessario verificare gli interessi, lo stato scolastico del proprio bambini/a e i loro bisogni ed interessi. A volte può capitare non collimino con i nostri. Imporre a priori i nostri desideri non è mai la miglior cosa, sarebbe importante mediare, più facile a dirsi che a farsi, ma fondamentale per la crescita in famiglia. A volta i bambini sono felici anche per una gita domenicale che li porta in un luogo magico per loro. Senza cercare chissà che cosa.

    • Reply * Milly Marchioni *

      Sicuramente viaggiare non significa solo prendere un aereo: anche una gita fuori porta si può trasformare in un viaggio se affrontato con lo spirito giusto!
      Per quanto riguarda invece le assenze da scuola, beh, è dura conciliare tutto..ma noi ce la mettiamo tutta!

  • Reply Alla ricerca di Shambala

    ehhhh, Milly che “coltellino nella piaga”, anch’io ho la figlia in prima elementare come Amanda e sono nella fase viaggio-non viaggio. Da un lato la maestra meravigliosa ma abbastanza rigida sull’argomento, dall’altro il portafoglio che in alta stagione picchia, dall’altro la voglia di condividere insieme questa passione.
    Io sarò cresciuta a pane e disciplina, la scuola la potevi saltare solo se ammalato, e sicuramente era un eccesso, credo che ognuno debba trovare il suo giusto mezzo. Così noi qualche giorno ogni tanto, qualche ponticello stiamo imparando a prendercelo, senza fare danni e facendo felice anche la piccolina che, da sola, spesso ci chiede quando torniamo a viaggiare…e ho la netta impressione che il dna non menta!
    Di più di questo per ora non mi sento, poi si vedrà 🙂
    Monica

    • Reply * Milly Marchioni *

      Monica, vivo esattamente la tua situazione… probabilmente mi faccio tanti problemi perchè sono cresciuta con il divieto assoluto di assenze… (il problema è che sono cresciute così anche le maestre! 😉 )
      Sono comunque convinta che la giusta misura si possa trovare sempre…anch’io sono partita con qualche ponte…poi si vedrà! 😉

  • Reply Roberta

    Milly, il tuo post arriva al momento giusto anche per la nostra situazione, una famiglia di inguaribili viaggiatori e la nostra bimba più grande in prima elementare….proprio qualche giorno fa ho avuto anche un colloquio con le maestre , che arriva dopo un viaggio di una settimana. La maestra ci invita a viaggiare meno o comunque cercare di rispettare i giorni di chiusura della scuola. Però , la stessa maestra ammette che Sofia è una bimba attenta che ama la scuola, che non ha difficoltà nell’apprendere, anzi. inoltre che si vede che viaggia perchè sa tante cose…e mi ha fatto anche un elenco di tutto quello che dice Sofia, di quello che ha visto, visitato ed appreso…bla bla bla .! E allora io e mio marito ci chiediamo, ma qual’ è dunque il problema??
    Sono anche io d’accordo con voi, fino a quando vedrò entusiasmo negli occhi delle mie bimbe e nessuna difficoltà nella scuola , continueremo a viaggiare!!! perchè nulla ti insegna di più di un viaggio!
    Grazie Milly di aver affrontato questo tema così importante e delicato! Roberta

    • Reply * Milly Marchioni *

      Grazie a te, cara Roberta, perchè non puoi immaginarti quanto mi faccia piacere condividere con altri genitori questa situazione. Il tuo caso poi è esemplificativo perchè la maestra, pur capendo che alla bimba viaggiare fa bene, ti ha chiesto di limitarlo…
      Neanche io capisco quale sia il problema…
      Se, invece di penalizzare chi viaggia, si condividesse l’esperienza con gli altri compagni di classe?
      L’anno scorso alla materna, dopo il viaggio in Sri Lanka, su richiesta della maestra, abbiamo stampato un mini diario con alcune foto e brevi descrizioni, poi la maestra ha letto il diario in classe con tutti i bimbi…A me sembra una bella lezione per tutti…

      • Reply Roberta

        Altroche’ ! mi sarebbe piaciuto ci fosse capitatata anche a noi una maestra più disponibile a questo tipo di cose! pazienza….

  • Reply mara

    eccomi! un po’ in ritardo a causa di un pc rotto ma arrivo anch’io a dare il mio contributo. il tema mi sta molto a cuore.
    inizio facendo una premessa: ho due figli non ancora in età scolare (la grande va alla materna) e una maestra della scuola dell’infanzia che è una donna piena di passione e di esperienza, molto preparata e, soprattutto, con una mente aperta. Nutro una grande stima per questa insegnante e mi ritengo molto fortunata che mia figlia venga seguita da lei. Ciò premesso vorrei riportare la mia esperienza sperando di offrire nuovi spunti di riflessione e/o nuove idee. Avete mai pensato che possa esserci un problema di comunicazione tra noi genitori viaggiatori e gli insegnanti? Che siamo noi che non riusciamo a trasmettere il giusto messaggio? Mi spiego meglio. Io è dall’inizio della scuola che spiego alla maestra di mia figlia che per me il viaggio fa parte di un percorso formativo, dell’educazione che voglio dare a mia figlia, che non vado nei villaggi col miniclub e l’animazione ma faccio viaggi in ‘immersione’ (ovvero a contatto coi locali per comprenderne usi e costumi) ma nessuna parola è stata in grado di essere efficace tanto quanto l’articolo che le ho girato al ritorno dal mio viaggio in Thailandia e che Milena ha qui segnalato (“Perché si deve viaggiare con i bambini”).
    Durante questo viaggio avevo fatto scrivere a mia figlia un diario di bordo (ricco di disegni e di qualche pensierino su ciò che vedeva) che la mia piccola ha portato a scuola il giorno del suo rientro e che la maestra ha sapientemente utilizzato in classe trasformando la ‘ricchezza’ del viaggio di un singolo individuo in una ricchezza collettiva. Tutti i bambini alla fine della giornata (anche quelli che non raccontavano mai nulla ai genitori su ciò che accadeva a scuola!) erano a dir poco entusiasti e hanno detto alle proprie madri che volevano andare in Thailandia, che volevano imparare l’inglese, assaggiare la frutta esotica e così via. La maestra i giorni seguenti ha comprato anche mango, papaia, cocco (che erano alcuni dei disegni di mia figlia) per farli assaggiare a tutti i bambini perché la stragrande maggioranza non sapeva nemmeno cosa fossero. A scuola sono stata fermata da molte mamme che mi chiedevano come fare ad organizzare un viaggio e un miliardo di altre informazioni. E così, visto l’entusiasmo collettivo, ho girato l’articolo testè menzionato alla maestra. La mattina seguente sono stata accolta da un “lei è una mamma straordinaria! È proprio vero ciò che ha scritto: i bambini hanno bisogno di vedere e toccare per comprendere,…” e citava pezzi del mio scritto con toni entusiastici. Poi mi ha chiesto il permesso di appendere l’articolo fuori dalla porta della scuola affinché potesse costituire un esempio per gli altri genitori e potesse stimolarli a fare altrettanto per i propri figli, cioè a viaggiare, il VIAGGIO COME SCUOLA DI VITA. Debbo dire che la proposta mi ha colta davvero di sorpresa, come pure il suo entusiasmo e la sua voglia di fare tendenza. Mi sono resa conto che aveva realmente compreso ciò di cui le parlavo dall’inizio dell’anno semplicemente leggendo un articolo scritto a caldo, di notte, sull’onda delle emozioni di un viaggio. Ecco perché mi chiedo se alla base di tutto non possa esserci un problema di comunicazione. A volte si parlano ‘lingue’ diverse pur abitando nello stesso paese e non è semplice farci capire. Fermo restando che l’insegnante con mente aperta è un must, siamo sicuri di essere riusciti a trasmetterle il nostro intento, le nostre reali ragioni, ciò che ci spinge a far viaggiare i nostri bambini? Liliana diceva scherzando che avrebbe preso l’articolo “Perché si deve viaggiare coi bambini” e che l’avrebbe portato alle udienze di sua figlia. Be’, chi lo sa?, magari aiuterebbe a dare il giusto messaggio, a far capire cosa intendiamo realmente, quale dono vogliamo fare ai nostri figli.

    • Reply * Milly Marchioni *

      Cara Mara, innanzitutto un applauso alla maestra! Ho letto le tue parole con gli occhi lucidi e ti giuro che pagherei perché mia figlia avesse maestre così.
      Io credo che il problema di comunicazione ci sia, eccome. Almeno nel mio caso.
      In tutto l’anno scolastico sono stati convocati due ricevimenti individuali, durati 10 minuti ciascuno. E’ vero, potrei prendere un appuntamento extra, ma ci sono talmente tanti problemi nella scuola che se chiedessi di parlare dei viaggi, probabilmente mi riderebbero in faccia.
      (e no, non è la scuola che sognavo per mia figlia, se te lo stai chiedendo) 🙁

  • Reply mara

    debbo dire che la materna facilita moltissimo la comunicazione genitore-insegnante. dovendo andare a prendere mia figlia all’interno della classe spesso mi capita di fermarmi a chiacchierare con l’insegnante. con le elementari, purtroppo, non ci sarà questo contatto diretto quotidiano ma farò di tutto per riuscire a crearlo (rappresentante,…). in ogni caso ritengo di aver trovato una perla rara (questa insegnante ha passione, competenze, apertura mentale,…) e non avrei potuto desiderare di più per mia figlia. dubito che avrò tanta e tale fortuna in seguito ma non dispero. tenterò ogni strada per continuare questa ‘scuola di vita’ per i miei figli e spero, in futuro, di incontrare un’insegnante di mente aperta e di riuscire a trasmetterle il mio messaggio. ragazze, non disperiamo e cerchiamo la via della comunicazione ;). il mio voleva essere uno spunto, uno spiraglio di luce, un invito alla riflessione per offrire una diversa prospettiva riguardo a questo problema.

    • Reply * Milly Marchioni *

      Hai fatto benissimo Mara e io credo che tu abbia perfettamente ragione…
      Anzi, l’intento del mio articolo è proprio quello di raccogliere spunti da altri genitori, quindi grazie!

  • Reply francie74

    Ciao a tutte,
    anche in casa nostra è finita la pace quando sono iniziate le elementari! Tant’è che non abbiamo, finora, mai viaggiato fuori dai periodi di vacanza. E’ stato un caso, forse dovuto alla nascita del fratellino e alla scelta di mete raggiungibili in 3-4 ore di aereo. Premetto che, causa lavoro, non facciamo quasi mai ponti, tipo quest’anno… Quando però arriva il momento delle ferie di agosto e del periodo di Natale non abbiamo problemi a prendere un mese e pure qualcosina in più…
    Adesso Alessandro si avvicina ai 3 anni, l’età che suo fratello Francesco aveva quando lo abbiamo portato un mese in India. Il mese di gennaio, facendogli perdere l’asilo.
    Al rientro, ricordo che io il lunedì mattina ero già a lavoro, mentre lui ha avuto un’altra settimana per recuperare la differenza di fuso. Ed è proprio questo il mio cruccio, non vorrei che poi faticasse troppo a riprendere il ritmo. Smettere per così tanto tempo più che farlo restare indietro con lo studio potrebbe metterlo in difficoltà per riprendere il ritmo.
    Il discorso vale per tutti i viaggi in posti lontani, come per te Milly quando sei andata via a Natale alle Maldive giusto? Come ha affrontato la tua piccola il ritorno alla routine? Ha avuto dei giorni di decompressione o è tornata subito a scuola?

    • Reply * Milly Marchioni *

      Hai ragione Francesca, anche questo è un fattore da considerare: a livello fisico comunque i viaggi sono stressanti e soprattutto loro hanno diritto ad avere tutto il tempo necessario per riadattarsi…
      Per noi a Natale è andata bene perché siamo rientrati prima della fine delle vacanze (avevamo perso qualche giorno di scuola prima di Natale).
      Lo scorso anno invece, dopo lo Sri Lanka, è rimasta a casa qualche giorno (era ancora all’asilo quindi nessun problema) anche se devo dire che lei non ha mai avuto problemi di adattamento (come invece inizio ad avere io!!! 😉 )

  • Reply mara

    Francesca, secondo me è sufficiente 1 giorno, 2 per stare proprio comodi. loro il fuso lo prendono immediatamente, siamo noi che abbiamo bisogno di una settimana :). per farti un esempio noi siamo rietrati dalla thailandia a febbraio ed era sabato. la grande (4 anni e mezzo) il lunedì è rientrata a scuola senza nessun problema. io ci ho messo molto di più. il piccolo di 9 mesi (alessandro come tuo figlio) è stato ancora più rapido.

  • Reply laura

    Ciao, mi permetto di intervenire con un altro pensiero in merito a questo interessantissimo argomento. Magari farò arricciare il naso, ma è dettato dal mio cuore. Mentre leggevo i commenti ho riflettuto ad alcuni sistemi scolastici europei e nel post sono pure stati accennati tipo quello inglese e quello olandese. Come ho potuto verificare da una mia amica italiana che vive a Londra da diversi anni e con 4 figli, durante il periodo scolastico, assenze per motivi di viaggio sono poco tollerate e pure per tornare in Italia per ricongiungersi con la famiglia. Questo non per dire che il loro sistema sia giusto, forse la verità sta sempre nel mezzo, però si deduce che loro sono intransigenti. Si dice tanto del sistema scolastico italiano statale che abbia delle falle, sarò una perla rara ma forse sono stata fortunata. Il mio figlio grande ha delle insegnati alle elementari brave che lo fanno lavorare e con motivazione. E’ un bambino normale, con interessi normali, e forse mi piacerebbe anche a me ritornare ad andare via più spesso durante il periodo scolastico, però ho visto che è meglio limitare. Lavorano tanto sono stimolati positivamente, si divertono in classe, quindi questo mi fa felice, forse perché ho lavorato per tanti anni nelle scuole come educatrice. Poi sono giustissime e importantissime le esperienze che si fa all’estero non lo metto in dubbio e formative. Diciamo però che la nostra decisione famigliare è quella di andare via quando i bimbi sono in vacanza.
    Ciao
    Laura

    • Reply * Milly Marchioni *

      No Laura, tranquilla, qui nessuno arriccia il naso, ci mancherebbe! 😉
      Sono contenta che tu stia vivendo esperienze positive con le maestre: è importantissimo!!
      Per quanto riguarda i paesi nordeuropei, la differenza è che loro hanno anche altri periodi di vacanze durante l’anno…a me personalmente non piacciono i 3 mesi estivi e credo che siano un danno per tutti, anche per il sistema economico nazionale…(però questo è un discorso che esula da questo post).

  • Reply profpalmy

    Su segnalazione di Mara ho scoperto che qui si parla di viaggi durante il periodo scolastico, proprio come nel mio blog in questo momento. Sono una preside e ritengo molto utile ascoltare tutti i punti di vista. Vi invito a leggere il mio post e a lasciare un vostro commento, potrebbe essere molto utile per me e per chi leggerà, grazie

    • Reply * Milly Marchioni *

      Grazie! è bello sapere che ci sono insegnanti così attive su questo fronte! Ho già letto l’intervista a Liliana e non mancherò di leggere il resto…

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  • Reply Elena

    Il vero problema, secondo me, non è quante lezioni perdono i bambini ma, quanto reputano importante le presenze i professori. Temo che un’assenza per Viaggio sia poco tollerante a prescindere. Importa poco sapere quanto questo inciderà sul rendimento scolastico.
    Questo, purtroppo, rientra nella mentalità italiana. Il più grosso problema che abbiamo nel mondo del lavoro, secondo me, è la mancanza di meritocrazia.Questo ciclo, purtroppo lo si vede iniziare dalle scuole.
    Per quanto riguarda il calendario scolastico, il vero problema è la differenza climatica tra Nord e Sud nel nostro Paese. Mentre un bambino Veneto potrebbe rientrare a scuola a fine Agosto, un altro Calabrese rischierebbe l’evaporazione. Dubito esista la possibilità di adottare il calendario europeo.

    • Reply * Milly Marchioni *

      Sì diciamo che di problemi ce ne sono su tutti i fronti, ma l’assenza di meritocrazia probabilmente è quello che incide in modo maggiore sulla formazione delle persone, perché se iniziamo così da bambini poi ce lo portiamo dietro per tutta la vita…

  • Reply Matteo

    oppure si fa homeschooling!
    😉

    • Reply * Milly Marchioni *

      Giusto Matteo, è una cosa a cui avevo pensato anch’io ma sono certa che non ne sarei all’altezza..Tu fai homeschooling? Mi piacerebbe parlarne, anche per capire come sia percepito il fenomeno in Italia (so che in altri paesi è abbastanza diffuso, ma sono certa che in Italia le cose non siano così semplici…)

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  • Reply Valentina

    Post molto interessante, ne parlavo proprio un paio di giorni fa con un’amica. Quest’anno inizia per Mr D il percorso delle elementari e già ho visto che trovare biglietti aerei economici durante le vacanze di Natale sarà impresa difficile! Vedremo 🙂

    • Reply * Milly Marchioni *

      Infatti è davvero dura trovare buone tariffe per quelle settimane… 🙁

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