Il viaggio come terapia: l’esperienza di Mario

Oggi parliamo dei viaggi di Mario, un bimbo che, a meno di 3 anni, ha già preso 18 aerei!!!

A parlarci di questo piccolo grande viaggiatore sono Francesca e Roberto, i suoi genitori, che ho conosciuto grazie alla rete…

Un’amica mi ha mandato un video meraviglioso, un messaggio lanciato da due genitori davvero speciali che sono stati capaci di affrontare con grandissima forza i problemi del loro piccolo Mario. Un messaggio che mi ha commosso e mi è entrato nel cuore. Un messaggio che mi ha colpito quando ha tirato in ballo i viaggi:

…Ci siamo chiesti: “quali sono i nostri punti di forza che possiamo trasmettere a Mario?” E siamo partiti dalle nostre passioni: ci piace viaggiare, ci piace la musica…e abbiamo iniziato a portare Mario con noi solo per fargli vedere le cose migliori che possiamo mostrargli…

E’ normale che l’idea di viaggio sia spesso associata ad un ludico concetto di “leggerezza”. Ma i Viaggiatori sanno che il viaggio rappresenta anche molto altro ed è un elemento importante per la crescita nostra e -ancora di più- dei nostri bambini.
Bene, se c’era bisogno di conferme, ecco che Mario è la dimostrazione vivente dell’importanza del viaggio “come punto di forza” della nostra vita.
Il viaggio che viene addirittura scelto dai suoi genitori come parte della sua terapia…

Mini intervista a Francesca e Roberto…

Ciao Francesca, ciao Roberto, innanzitutto grazie per aver accettato il mio invito a parlare della vostra esperienza. Ho pensato di farvi un’intervista “a rovescio”, cioè voglio partire dalla fine! 😉

So che avete in programma un viaggio nelle prossime settimane: dove andrete?

Grazie a te, ci fa solo piacere poter condividere la nostra storia.
Dopo la recente esperienza al Ted Global di Edimburgo (si tratta del “famoso” video cui ho accennato e che vedremo, n.d.r.) ci hanno invitato a raccontare la storia di Familydan.org ad un pubblico di lingua spagnola: la prima settimana di Novembre partiremo così per il Messico, destinazione Puebla, per partecipare al festival “Ciudad de las ideas“. Il tema di quest’anno saranno le idee pericolose e ci saranno circa 4000 persone ad ascoltare “storie pericolose ma dal risvolto brillante” da ogni parte del mondo.
Perché le idee pericolose sono quelle che cambiano i paradigmi, quelle che sfidano lo status quo, quelle che rivoluzionano il mondo.

Io ho usato l’espressione “viaggio come terapia”. Siete d’accordo con me? Credete davvero che il viaggio sia un elemento importante nel vostro percorso con Mario?

viaggio come terapia

Si, concordiamo davvero con questa visione: noi abbiamo da sempre viaggiato, per passione e per lavoro, e i ricordi più belli rimangono da sempre impressi nelle nostre foto. Ci è sembrato perciò naturale con Mario trasmettergli le nostre passioni e tanto più, dopo una fase molto buia, ritrovare l’entusiasmo di vivere insieme esperienze di vita positiva, conoscere gente e posti nuovi, arricchirsi della diversità del mondo. Proprio per il concetto di “specchio” su cui si basa la nostra terapia: far vedere a Mario quante più cose possibili.

Mario ha solo 3 anni, ma ha già visitato tanti paesi e preso 18 aerei…dove siete andati?

Abbiamo iniziato a viaggiare fuori dall’Italia a 1 anno e mezzo di vita di Mario con un viaggio negli USA, volevamo approfittare del biglietto gratuito per i minori di 2 anni e abbinare lavoro e vacanza, in un viaggio on the road nella west coast americana, da Seattle alla Silicon Valley.viaggio come terapiaE poi è arrivata Londra, qui la scusa era visitare alcune mostre e il Museo della Scienza.viaggio come terapiaPer sopperire alle continue influenze invernali milanesi, quest’anno siamo poi migrati in Egitto e a Giugno c’è stata l’esperienza del Ted Global in Scozia.viaggio come terapia

L’ultimo viaggio con Mario in ordine di tempo è stato il giro in auto dell’Europa del Nord: quest’estate abbiamo percorso oltre 5000Km tra Svizzera, Francia, Germania e Danimarca. L’obiettivo questa volta era raggiungere Billund, la sede della Lego!Viaggio come terapia

Le prossime tappe saranno Messico e poi un inizio anno a Dubai.

Quali sono i viaggi che ricordate più volentieri e perchè?

Sicuramente l’India riveste un posto importante nella nostra graduatoria di viaggi, per il momento epocale in cui l’abbiamo vissuta, il nostro viaggio di nozze, e per i valori che rappresenta: dallo yoga ai massaggi ayurvedici, dagli ashram alla contaminazione continua tra tradizione e tecnologia. Farei seguire Ibiza, in ordine di valenza simbolica, perché…lì è stato concepito Mario! E poi Edimburgo: l’esperienza del Ted rimarrà indimenticabile nella nostra storia di famiglia.

In generale, avete trovato difficoltà o ostacoli nell’intraprendere i viaggi con Mario? I vostri amici/parenti vi hanno sostenuto o vi consideravano “pazzi” a portarlo così lontano?

Direi che ci siamo circondati di persone che hanno bene o male le nostre passioni, per cui no critiche a priori. Difficoltà sì, ce ne sono state ma per fortuna passate in secondo piano rispetto al ricordo dell’esperienza di viaggio: penso alla complessità dei primi tempi con i bagagli sovradimensionati, alle buste di latte aperte e assaggiate agli imbarchi aerei, ai ritmi veglia-sonno scombussolati….

Nei paesi visitati vi siete sempre trovati bene? C’è qualche consiglio pratico che vi sentite di dare ad altri genitori viaggiatori?

Il nostro consiglio è vivere l’esperienza stessa del viaggiare, perché come diceva Steve Jobs ‘The journey is the reward’.

E il vostro progetto? In cosa consiste esattamente Familydan?

viaggio come terapia

L’esperienza di vita con Mario ci ha spronato a creare una piattaforma di condivisione e scambio delle informazioni per le famiglie che come noi hanno vissuto l’accoglienza di una nuova vita con un figlio “diverso”: familydan.org.

L’incidenza dell’ictus infantile è oggi di 1 su 3 per 1000 nati vivi in Italia, con un impatto su oltre 20.000 famiglie Italiane: una maternità informata, la diagnosi precoce (standardizzata e a bassi costi) e nuove terapie di riabilitazione ridurrebbero la frequenza dei danni neurologici nei bambini e il relativo costo sociale, migliorando nel contempo la qualità di vita degli stessi.

Il progetto #fightthestroke, su cui vogliamo aggregare l’intelligenza collettiva della rete, vuole lavorare su quattro livelli d’azione:

  • un’area di consapevolezza e informazione per le donne in gravidanza
  • un’area di condivisione informazioni mediche e burocratiche per le neo-famiglie impattate
  • un’area di confronto tra medici professionisti (equipe di neonatologi, neurologi, fisiatri, psicologi e fisioterapisti) e famiglie
  • un’area di supporto a nuovi progetti di ricerca: questa è in assoluto l’area che più necessita di risorse, visto il basso impatto dell’innovazione in questo settore. E’ per questo che ci stiamo concentrando sulle tecnologie wearable, sul gaming e la riabilitazione, sui neuroni specchio e sulle terapie alternative rispetto alla medicina tradizionale.

Complimenti!
Vi auguro di raggiungere gli obiettivi che vi siete posti e spero di aver contribuito, nel mio piccolo, a dare voce al vostro progetto.

Dicevo che si trattava di un’intervista a rovescio…

Ed eccoci giunti all’inizio della storia, il motivo per cui mi sono permessa di contattare Francesca. Un semplice video, uno di quelli che l’amica mamma ti condivide sulle pagine di facebook ma che, a differenza di altri, ti resta dentro…

]

Per tutto questo io ti ringrazio Francesca, perchè il messaggio che tu, Roberto e Mario ci lanciate è cruciale per tutti i genitori, sempre, e non ti nego che per me siete diventati un modello da seguire.

Il viaggio di Mario, Francesca e Roberto continua, seguite #fightthestroke su www.familydan.org

Milly, Francesca e Roberto
[testi di milena, francesca e roberto – fotografie di francesca e roberto]

L'autrice: * Milly Marchioni *

Mamma di Amanda, classe 2007. Viaggiatrice indipendente, adoro i vulcani, il mare e le isole tropicali ma anche la montagna e in generale i viaggi a contatto con la natura, passando per le città, i piccoli borghi, i castelli, le sagre di paese... Scoprire il mondo con gli occhi di mia figlia mi sta aiutando a crescere come viaggiatrice ma soprattutto come persona.

Commenti

    • Reply *Milly*

      eh, ti capisco…io mi commuovo ogni volta che li rivedo…

  • Reply Elena Bibi

    Queste sì che sono lezioni di vita. Tanto rispetto e stima per due genitori grandiosi!!!

    • Reply *Milly*

      La penso esattamente come te!

  • Reply Elena Bibi

    Che lezione di vita che sono questi due genitori. Rispetto e grande stima, bravi.

  • Reply Alla ricerca di Shambala

    Grazie Milly per questa condivisione, la rete deve anche poter far riflettere.
    “Consider what you have as a gift”. Messaggio forte e chiaro.
    Semplicemente stupendo.
    Monica

    • Reply *Milly*

      Grazie a te e a tutti per il riscontro ed il sostegno a questo progetto! 😀

  • Reply Michela

    Devi andare molto fiera di questo post Milly, perchè loro sono stati meravigliosi nel raccontare e tu splendida nel saper cogliere. Go Mario go!!!!!!

    • Reply *Milly*

      Sono fiera di avere amiche come te che sanno condividere i messaggi giusti!!! Grazie ancora!

  • Reply Camomilla

    Che bello.

  • Reply Francesca

    Favolosi!!!!!! Mario siamo tutti con te!!!

    • Reply *Milly*

      mario francesca e roberto sono un super trio! 😀

  • Reply elisa

    Bravissima Milly semplicemente un post spettacolare!
    Il viaggio come terapia è proprio una cosa bellissima, è commovente vedere questi due genitori che sfidano la fatica per far provare al figlio nuove esperienze.
    In fondo “il viaggio allarga la mente e le da forma” non è vero?

    grazie elisa

    • Reply *Milly*

      Grazie Elisa, ma il merito va soprattutto a dei genitori così speciali…
      Sono sempre stata convinta che il viaggio allarghi la mente, e loro ce lo hanno dimostrato coi fatti!

  • Reply jessica

    Non ci sono commenti….solo grandi grandissimi genitori…e in bocca al lupo piccolo Mario..per tutto…ma con due genitori così…

    • Reply *Milly*

      hai ragione! sono una famiglia super!

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