Chi accoglie i bambini con disabilità in vacanza…senza farli sentire extraterrestri?

Scrivo questo articolo dopo essermi confrontata con tante mamme che hanno lo stesso problema: “ho un figlio con disabilità e non so dove trascorrere le vacanze per fargli vivere un’esperienza di viaggio normale, come tutti gli altri”…

Due premesse sono doverose prima di affrontare brevemente il discorso e lanciare l’appello che ho in mente.

Prima precisazione: so perfettamente che sul tema della disabilità si corre il forte rischio di utilizzare parole banali e scontate, quindi cercherò di evitarlo. Una delle tante cose che non sopporto, infatti, sono i post strappalacrime scritti ad hoc per acchiappare visite. Il mio intento vuole essere esattamente il contrario: pratico e con uno scopo concreto molto preciso.

Allo stesso identico modo, le mamme con cui ho parlato non sono alla ricerca di pietà da parte di nessuno. Non vogliono certo essere trasparenti per il resto del mondo, ma cercano delle semplicissime soluzioni per trasformare le loro vacanze in momenti piacevolmente divertenti e “normali”, come si meritano tutti i bambini.

La seconda precisazione riguarda invece la terminologia: so che il termine “normale” non è politically correct (anche perché, come recita il motto dell’Associazione di cui fa parte mio zio con la sindrome Down “da vicino nessuno è normale”) e sarebbe meglio sostituire “disabile” con “diversamente abile”. Ma preferisco andare dritto al sodo e chiamare le cose col loro nome, sperando di non offendere la sensibilità di nessuno.

Normalità” è il desiderio emerso dalle parole delle mamme con cui ho parlato.

“Diversamente abile” col cavolo, se non hai la fortuna di essere uno dei pochi disabili che diventano meravigliosi artisti o campioni olimpionici. Neanche io ho particolari abilità, e se fossi su una sedie a rotelle mi darebbe molto fastidio essere chiamata “diversamente abile”, visto che abile non sono.

chi accoglie i bambini disabili in vacanza

Ciò premesso, arriviamo al dunque: indipendentemente dalle parole usate, il problema resta…

…la maggior parte delle famiglie che amano viaggiare e che hanno in famiglia bambini con problemi, non riescono a trovare strutture adeguate alla loro accoglienza.

Non parlo solo di strutture accessibili con carrozzine: di quelle ormai ce ne sono tante un po’ ovunque, ma non sempre una rampa è sufficiente a garantire un’effettiva e concreta “accessibilità”.

Parlo di realtà in cui ci sia inclusione, ma non pietismo, in cui i bambini con disabilità siano accettati al 100%, pur nella loro diversità, in cui cioè la loro diversità sia considerata “normalità”.

Vi faccio un esempio per spiegarmi meglio.

Durante la nostra recente vacanza ad Alcatraz, era presente anche una bambina con sindrome di Down. Un giorno i bimbi si sono messi a giocare a nascondino tra loro. Quando è toccato alla bambina contare, io e un’altra mamma ci siamo raccomandate con le nostre figlie “lasciate vincere lei ogni tanto”. Ci è venuto spontaneo, dal cuore, forse per quella forma di protezione materna verso i bambini che ci sembrano più fragili.
Le bimbe ci hanno guardato con aria stralunata chiedendoci: “E perché dovremmo lasciarla vincere? Stiamo giocando eh”.

Ecco, io credo che se fossi mamma di una bambina con qualche forma di disabilità, vorrei che tutti vedessero mia figlia esattamente come le nostre bimbe vedevano in quel momento la loro compagna di giochi: una persona normalissima, indipendentemente da tutto.

Allora io ora mi/vi chiedo: esistono luoghi (hotel, villaggi, campeggi, fattorie, destinazioni…) dove un bambino con disabilità possa vivere, giocare, divertirsi assieme agli altri senza che nessuno gli faccia pesare la sua diversità? Insomma, realtà in cui possano vivere una normalissima vacanza senza essere considerati extraterrestri, nonostante i loro limiti (psichici o fisici che siano).

E ancora: conoscete siti/portali/app che raccolgano queste informazioni e le mettano in rete per raggiungere le famiglie che hanno queste necessità?

Tante mamme hanno chiesto consiglio a me in questo senso, e ora io lo chiedo a voi perchè non ho saputo aiutarle.

Tutti hanno il diritto di viaggiare e Bimbieviaggi ha l’ambizione di dare un tocco di concretezza ad ogni sogno di viaggio, quindi fatevi avanti e segnalatemi nei commenti tutto quello che possa essere utile e interessante per queste famiglie.

I commenti sono anonimi, ma se preferite potete mamdarmeli via email a bimbieviaggi@gmail.com (ci penserò poi io eventualmente a pubblicarli).

Se poi avete voglia di raccontare le vostre esperienze presso alcune di queste strutture, mandatemele via email, e io pubblico!

insegna bagno disabili hawaii

Non ho ancora incontrato mamme interessate a raccontare in forma scritta le loro esperienze di viaggio con bimbi con disabilità, e questo è l’unico motivo per cui non esiste apposita sezione su Bimbieviaggi, visto che qui raccontiamo solo di esperienze vissute in prima persona.

Se queste mamme arriveranno, ben vengano, ma nel frattempo mi piacerebbe dare un piccolo supporto ai tanti appelli che sono stati rivolti a me, quindi vi aspetto!

Intanto date un’occhiata qui:

 

Milly
{testi di Milena Marchioni}
{foto di copertina e foto dei bambini da shutterstock}

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L'autrice: * Milly Marchioni *

Mamma di Amanda, classe 2007. Viaggiatrice indipendente, adoro i vulcani, il mare e le isole tropicali ma anche la montagna e in generale i viaggi a contatto con la natura, passando per le città, i piccoli borghi, i castelli, le sagre di paese... Scoprire il mondo con gli occhi di mia figlia mi sta aiutando a crescere come viaggiatrice ma soprattutto come persona.

Commenti

  • Reply Anna

    Ciao Milena, ci siamo incontrate ad Alcatraz, ripeto qui quello che ti ho detto in occasione della nostra chiacchierata. Io mamma di normodotata vorrei che mia figlia potesse avere più occasioni per incontrare e giocare con bambini disabili, per arricchirsi, crescere e sensibilizzarsi. Credo che, tenuto conto delle.diversità di disabilità, per le vacanze non servono luoghi RISERVATI ai disabili, ma semplicemente posti.che.si dotano di accorgimenti specifici, per far stare tranquilli mamma.e.papà. Scusate la banalizzazione apparente, dell’argomento, ma.in poche righe di un commento, nel cuore.della.notte, mia figlia dorme, non mi riesce di fare meglio. P.S. Un abbraccio per Amanda e uno grandissimo per Ludovica.

    • Reply * Milly Marchioni *

      Sono d’accordo con te cara Anna. Non è una banalizzazione perchè isolare le persone non è accoglierle. Io penso che Alcatraz sia un luogo perfetto in questo senso, e spero di riuscire a raccogliere qui tanti altri spunti interessanti…
      Un abbraccio a voi!

  • Pingback: Montagna con disabili: Folgaria per tutti | Bimbi e Viaggi

  • Reply * Milly Marchioni *

    Riporto nei commenti le segnalazioni che arrivano privatamente:
    DYNAMO CAMP http://www.dynamocamp.org/contatti/
    Si trova in Toscana: si tratta di una realtà nata in America e portata in Italia per accogliere bambini con disabilità e/o problemi gravi, rivolto a loro e alle loro famiglie. Fanno progetti bellissimi e gli amici che l’hanno provato sono rimasti molto soddisfatti.

  • Reply * Milly Marchioni *

    Due segnalazioni dalla montagna (rivolte soprattutto a chi ha disabilità fisica):

    La Scuola Rossa sull’Alpe di Siusi organizza corsi di sci anche per adulti e ragazzi con ogni tipo di disabilità e sono bravissimi: http://www.skischule-seiseralm.com/

    A Sestriere all’Albergo Lago Losetta http://www.hotellagolosetta.eu/ si trova tutto quello di cui si ha bisogno (la struttura è priva di barriere architettoniche. Il referente è Gianfranco Martin, Argento olimpico alle Olimpiadi invernali del 1992, persona straordinaria.

  • Reply Annalisa Senese

    Cara milly, sono la mamma di Ludovica, la bambina con la sindrome di down che é stata ad alcatraz. Ti ringrazio per aver sollevato una questione così importante per le persone disabili e le loro famiglie, ma anche per tutti coloro che lavorano nel mondo dei viaggi e dell’accoglienza turistica. Da mamma ogni volta che sono in viaggio mi aspetto di incontrare strutture in grado di garantire a me e mia figlia una esperienza ricca, serena e piena. Questo significa una adeguata formazione del personale che accoglie ( spesso invece impreparato, anche se volenteroso) e una organizzazione capace di ‘adattarsi’ all’ospite con percorsi di integrazione e di socializzazione effettiva. Secondo me quindi normalità non é assenza di consapevolezza della diversità e di percorsi differenziati ma la creazione di ambienti predisposti al l’accoglienza ed alla valorizzazione delle differenze. La costruzione di una mappa di strutture ‘amiche della diversità’ é una idea ottima! Speriamo che il tuo blog faccia da volano… Annalisa

    • Reply * Milly Marchioni *

      Cara Annalisa, grazie ancora per lo scambio, che è stato per me ulteriore motivo per decidermi.
      Come vedi nei commenti qui sopra, qualcosa esce.
      Su facebook mi hanno appena messo in contatto con una startup che si occupa di turismo accessibile, quindi spero di poter presto avere altri utili strumenti per organizzarsi: sicuramente esiste già qualcosa che mette in rete queste strutture (o almeno lo spero) quindi dobbiamo solo trovarlo.
      Un abbraccio a te e a Ludovica (che comunque a nascondino è stata fortissima!)
      Milly

  • Reply Barbara

    Che bella iniziativa Milly! Il percorso dell’integrazione e della serenità per le famiglie che viaggiano nonostante la disabilità è decisamente lungo secondo me ma qualcosa piano piano si sta muovendo. Finalmente ci sentiamo liberi di poter vivere come tutti i nostri viaggi, con tante tante difficoltà. I pregiudizi sono tanti e la preparazione ancora poca. Noi non ci siamo stati ma ho trovato questa iniziativa http://www.riminiautismo.it/it/friendly-beach.php
    L’autismo mi tocca in prima persona e nel mio piccolo sto cercando di smuovere qualcosa.

    • Reply * Milly Marchioni *

      Ciao Barbara! Grazie del tuo commento e felice di ritrovarti anche qui. Ti ho scoperta su instagram pochi giorni fa e ho visto che siete una super famiglia! Mi farebbe davvero piacere approfondire il tema con te, credi che sia possibile, magari sentirci, per condividere idee che possano dare una piccola spinta a questa esigenza così importante?

      • Reply Barbara

        Certo, molto volentieri! Ho tantissime idee e condividerle è l’unico modo per fare qualcosa di concreto e utile!

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