Hong Kong con bambini: alla scoperta della Cina baby friendly

Due settimane alla scoperta di Hong Kong con Vittoria, 2 anni e mezzo: informazioni, consigli e diari di viaggio per scoprire la Cina baby friendly.

Da anni progettavamo di andarci, ma non avremmo certo pensato di trovare lo spunto per partire proprio nella nostra piccola compagna di viaggio… la “mela gialla”, nome dato ad Hong Kong per paragonarla a New York, si è rivelata essere una meta assolutamente baby-friendly, decisamente al di sopra di quanto ci si possa ragionevolmente aspettare.
Decidiamo di goderci la città e la regione circostante per cui anche se le guide consigliano di dedicarvici una settimana scarsa noi ce ne concediamo due… e così un pezzetto di cuore è rimasto pure lì…

Hong Kong con bambini: informazioni utili

La città è sicura e pulita, mai percepito possibili situazioni di rischio, nemmeno dopo la mezzanotte in metropolitana; sistema di trasporti pubblici impeccabile e rapidissimo; si trova sostanzialmente qualunque cosa e la sua occidentalizzazione permette di ritrovare anche i comfort e gli alimenti a cui i nostri piccoli sono abituati.

Unica annotazione, i prezzi: Hong Kong non è una città economica, si possono sicuramente ottimizzare le spese nella scelta dell’hotel e del cibo ma non è così semplice.

Le stanze degli alberghi sono generalmente minuscole, tanto da dover mettere le valige sotto al letto altrimenti non ci si gira, e il rapporto qualità prezzo è decisamente sfavorevole. Noi abbiamo optato per un hotel a quattro fermate di metro da Central, sull’isola di Hong Kong, privilegiando la comodità alla posizione; viaggiando con una bimba piccola e relative incognite (e se sta male, e se è brutto tempo, e se non dorme…) abbiamo basato la nostra scelta sulla dimensione della camera a scapito di un quarto d’ora in più di trasferimento giornaliero per il centro.

Per quel che riguarda il cibo si può trovare qualunque cosa a qualunque ora del giorno e della notte ma indubbiamente la cucina occidentale è dispendiosa… se il gusto lo permette meglio dedicarsi alla cucina asiatica, anche se in loco i sapori sono decisamente diversi da quelli che ci vengono proposti in Italia… oca laccata a parte Vittoria non ne ha voluto sapere di cucina cinese.

La lingua è un punto fondamentale, qui masticare un pochino di inglese non basta, bisogna padroneggiare il parlato ma soprattutto l’ascolto… il 99% degli abitanti di Hong Kong è cinese e parla cinese, nello specifico cantonese, e quando parla in inglese per quanto la sua conoscenza della lingua sia probabilmente migliore della nostra, lo fa con un accento, una cadenza e uno slang che a volte ci hanno reso difficile capire in quale delle due lingue si stessero esprimendo; a parte questo, le indicazioni sono sempre scritte anche in inglese per cui il vocabolario di cantonese può rimanere a casa. Unica eccezione: i menù di alcuni ristoranti, dove bisogna affidarsi alle fotografie dei piatti, all’intuizione e in definitiva alla fortuna.

Abbiamo volato con Lufthansa e ci siamo trovati benissimo, volo assolutamente promosso anche per la tabella oraria che ci ha permesso di volare in notturna sia all’andata che al ritorno, facendo sì che la bimba dormisse per gran parte delle 12 ore di viaggio da Francoforte.

Hong Kong con bambini - vista aereo

Siamo partiti la settimana dopo le celebrazioni del capodanno cinese, non che l’evento non ci interessasse, anzi, ma da una parte i prezzi sarebbero stati di altissima stagione, quindi circa il doppio di quanto effettivamente speso per l’alloggio, e dall’altra ci piacerebbe che Vittoria si godesse una celebrazione tanto importante ad un’età tale da apprezzarla pienamente e non solo nel momento dei fuochi d’artificio. Climaticamente ad inizio marzo siamo riusciti a indossare sia maglietta e pantaloncini che piumino e stivali…dunque partite attrezzati!!

Avendo a disposizione due settimane, abbiamo dedicato la prima a ciò che non si poteva assolutamente non vedere, fare o provare mentre la seconda abbiamo bighellonato per la metropoli come se ci vivessimo. Con una bimba è stato bellissimo poter girare e curiosare senza orari e vincoli di alcun tipo, facendo solo ciò che al momento avevamo voglia di fare; in questo modo abbiamo visitato tutti i principali parchi gioco della città e fatto conoscenza con dei disponibilissimi Hong Kongers che ci hanno dato dritte e fatto provare cose e luoghi che altrimenti avremmo perso.
Viaggiare coi bambini, a ritmo dei bambini, permette di vedere e assaporare cose che un adulto in viaggio probabilmente tralascerebbe o non noterebbe, e questo non può che arricchire l’esperienza di tutta la famiglia.

 

Hong Kong con bambini: diario di viaggio

Questo è stato il primo viaggio di cui la nostra piccola esploratrice aveva davvero consapevolezza; sapeva dove stavamo andando, cosa avremmo fatto e in parte visto ed era impaziente di partire; mi resterà per sempre la curiosità di sapere cosa si immaginava nella sua testolina nei giorni prima della partenza, quando diceva a tutti baldanzosa: “Io vado a Ho-Kong!!” ma so quanto le sue aspettative siano state ripagate…a distanza di mesi racconta ancora interi aneddoti di cui è stata protagonista durante il viaggio e quando meno ce lo aspettiamo le affiorano ricordi di quell’esperienza…è emozionante, commovente, gratificante ed è la conferma che viaggiare per loro è una ricchezza insostituibile.

Hong Kong con bambini - panorama

Una volta sbarcati, bastano dieci minuti per renderci conto dell’efficienza di questa città: tutto agevole, funzionante, rapido e pulito. Ritiriamo i bagagli, compriamo due Octopus card per i trasporti e prendiamo un taxi per raggiungere l’hotel. Dedichiamo un’oretta ad aprire i bagagli mentre Viky gioca, dopodiché ci prepariamo per uscire.

Con la metro attraversiamo il porto e ci incamminiamo verso la promenade per assistere al nostro primo “simphony of lights“. Veniamo fermati ogni dieci metri da individui furtivi ma dall’aria innocua che ci propongono copy watch e copy bag ma si rivelano essere per nulla insistenti. Ci posizioniamo davanti alla skyline pochissimi minuti prima che lo spettacolo inizi: le giunche illuminate si posizionano al centro della baia, la musica di sottofondo si fa protagonista e una movimentata coreografia di luci e suoni invade il porto per 20 minuti…siamo ammaliati.

Ci immettiamo su Nathan Road, la principale arteria commerciale, alla ricerca di un locale in cui cenare e qui iniziano le sorprese. Essendo la prima sera assecondiamo il desiderio di cibo “conosciuto” di nostra figlia ed entriamo in un pub inglese; il proprietario ci chiede se siamo disposti a condividere il tavolo e così in un attimo ci troviamo a conversare affabilmente con una giovanissima coppia di Hong-Kongers tanto gentile da invitarci a fare colazione con loro l’indomani. Ci danno appuntamento in piena zona universitaria e ci introducono all’autentica cucina cinese…ci ritroviamo in un localino che mai avremmo considerato ad assaggiare di tutto un po’ affidandoci completamente a loro nella scelta delle pietanze (anche perché il menù era unicamente in cantonese). Lo scambio culturale è interessantissimo e rende questa esperienza del tutto imprevista davvero unica.

Salutiamo e ci dedichiamo alla nostra piccola: si parte alla scoperta dei parchi gioco di Hong Kong park, nel quartiere Central. Per rendere giustizia ad un cielo terso, saliamo a bordo del famoso tram rosso e saliamo al Victoria Peak, il più noto punto panoramico della città. La vista è grandiosa. Passeggiamo nella foresta fino a che non tramonta il sole e ci concediamo una rapida cena con vista per non perdere la città illuminata.

Hong Kong con bambini - cibo

Il secondo giorno ci avventuriamo per i quartieri tradizionali e ci dedichiamo a Mongkok, interamente costellata di mercatini tradizionali, da quello dei pesci rossi a quelli alimentari. Proseguiamo lungo la via principale alla volta del Tin Hau Temple; qui tradizione e religione interrompono bruscamente il susseguirsi di insegne e grattacieli emanando misticismo e profumo d’incenso.

Torniamo in hotel a prepararci per la serata: è il compleanno di papà e si va a festeggiare all’Ozone Bar, il più alto dell’Asia. La vista è mozzafiato e l’aperitivo ottimo.

Il giorno seguente è dedicato alla nostra bimba e ci dirigiamo con un bus a due piani all’Ocean Park. Memori delle distanze americane, ci aspettavamo di dover compiere chissà quale tragitto per attraversare la città e così finiamo con lo sbagliare fermata…ci sembrava impossibile essere già arrivati!! Il parco è molto piacevole ma merita davvero solo se viaggiate con bambini e ragazzi o se avete una passione smodata per i parchi divertimento. Essendo nostra figlia ancora piccola per le montagne russe, noi ci siamo limitati alla parte naturalistica e alla funivia.

Usciti dal parco, prendiamo un taxi che ci porta al porticciolo di Aberdeen proprio di fronte al Jumbo floating boat: una “turistata” tale che decidiamo di non salirci ma ci concediamo un giro del porto in sampan, un’imbarcazione tipica, che ci trasporta per una mezz’oretta in mezzo ad houseboats e spaccati di vita quotidiana.

Il giorno successivo usciamo in direzione New Territories. Dopo un lungo trasferimento in metro, arriviamo a Sha Tin ed usciamo dalla stazione aspettandoci di trovare ogni sorta di indicazione per raggiungere il Tempio dei diecimila Buddha. Niente. Costeggiamo il fatiscente gruppetto di case indicato dalla Lonely e iniziamo a chiedere informazioni ma solo al terzo tentativo ci indicano quale direzione prendere…degli improbabili cartelli scritti a pennarello evidenziano l’inizio del sentiero e sembra di inoltrarsi in uno scantinato quando all’improvviso si volta l’angolo e ci si ritrova circondati da una giungla di bamboo. La salita al tempio è accompagnata da una miriade di statuette dorate del Buddha, tutte diverse tra loro, una per ogni lato della strada. Arrivati al tempio osserviamo insieme i piccoli padiglioni con le enormi statue, bianche o dorate, di divinità, dragoni, leoni e tigri.

Tornati alla stazione ci spingiamo ancora oltre, direzione Tai Po…il tutto perché Anthony Bourdain ha pensato bene di girare una puntata ad Hong Kong e a noi è successo di vederla…la gastronomia ha sempre un ruolo importante nei nostri viaggi. Così vaghiamo persi per un’insignificante periferia alla ricerca di Yat Lok Bbq e con un po’ di fortuna riusciamo a trovarlo: obiettivamente l’oca glassata era esageratamente buona!

La sera non ci facciamo mancare la traversata del Victoria Harbour a bordo dello Star Ferry: la vista è davvero straordinaria.

Il giorno dopo saliamo su un bus in direzione Stanley per trascorrere una giornata rilassante. Arriviamo in quella che si rivelerà essere una bellissima cittadina di mare molto occidentalizzata e con un fiorente mercatino; ci diamo agli acquisti e sperimentiamo l’arte della contrattazione anche se non sempre funziona! Sosta al parco giochi galattico a forma di nave pirata prima di riprendere il bus in direzione Repulse Bay, una spiaggia lunghissima e pulita dove Vittoria gioca tra le onde per un paio d’ore rimanendo anche piacevolmente impressionata dai palazzi che vi si affacciano, costruiti secondo le regole del Feng Shui.

Hong Kong con bambini - mare

È il settimo giorno e Viky ha finalmente ammortizzato il fuso orario! Per festeggiare oggi si prende il traghetto per Lantau e poi…Disneyland!

All’attracco dei traghetti prendiamo un autobus che dovrebbe portarci alla base della salita al Buddha gigante: esperienza terribile…per quaranta minuti abbondanti l’autista attraversa la giungla del tutto incurante di curve e buche e inoltre veniamo “stalkerati” da un cuoco di uno sperduto villaggio “vicino” a Guilin desideroso di fare pratica del proprio inglese e la cui sorella sembrava non poter vivere senza aver fatto una foto con nostra figlia, a sentir loro la prima bambina occidentale che vedeva in vita sua. Una volta a destinazione, la nostra piccola ci sorprende affrontando da sola la salita di tutti i quattrocento scalini che ci separano dall’enorme statua…meritevole ma il chiosco dei gelati sotto alle gambe del Buddha toglie un po’ di misticismo al luogo. Per tornare a livello del mare prendiamo la cabinovia scegliendo una carrozza con pavimento trasparente: la discesa di 7km è impressionante e con il cielo terso sarebbe stato favoloso ma anche così è valsa la traversata.

Fermata successiva Hong Kong Disneyland. Se avete figli sotto i 7/8 anni andateci, altrimenti rischierebbero di annoiarsi poiché le attrazioni sono pensate principalmente per i bambini piccoli; nel nostro caso è stato perfetto.

Il giorno seguente, prenotiamo la gita in giunca, la tradizionale imbarcazione in legno di Hong Kong, e durante l’attesa dell’imbarco ci dividiamo fra la Avenue of Stars (ora Vittoria riconosce perfettamente Bruce Lee) e il meraviglioso Middle Road Children Playground….ci torneremo altre tre volte! Alle 19.30 salpiamo su una giunca originale del 1935 e attraversiamo il porto durante lo show di luci serale. Una volta sbarcati ci dirigiamo ai mercatini notturni di Temple Street per un’esperienza davvero curiosa.

Hong Kong con bambini - città di notte

Il giorno successivo decidiamo di andare a Macau. Prendiamo un traghetto e in poco più di un’ora siamo in un altro Stato. Saliamo sullo shuttle gratuito del City of Dreams Hotel scelto per la presenza al suo interno dell’Hard Rock Caffè. Dopo pranzo raggiungiamo l’area giochi, un indoor playground che ci ha fatto venire voglia di tornare bambini!! Viky si diverte pazzamente per due ore e riusciamo a portarla via a fatica per andare a visitare il centro storico. Particolare la facciata della Chiesa di San Paolo che si staglia solitaria (il resto è andato distrutto in un incendio) sulla sommità di una scalinata ed è curioso passeggiare tra viuzze di chiarissimo stampo europeo popolate di cinesi che parlano portoghese.

Riprendiamo l’autobus e visitiamo rapidamente il Venetian, più che altro per la particolarità della struttura che ricrea al suo interno i canali della Serenissima con tanto di gondole e cielo terso. A fine serata rientriamo ad Hong Kong. Il 10 marzo ci svegliamo con la pioggia e un calo di temperatura di dieci gradi…visitiamo il museo marittimo, una meravigliosa finestra sulla cultura orientale e sulla storia della città per poi rifugiarci a curiosare per centri commerciali.

Il giorno seguente ci copriamo bene ed usciamo in direzione Mid-Levels: saliamo sul famoso escalator ed effettivamente fa un certo effetto attraversare la città in salita su un’unica scala mobile lunga 800 metri… immaginatevi nostra figlia!! Risaliamo fino a Soho, il quartiere dei bistrò… un posto fighissimo, ci invogliano tutti!
Nel pomeriggio attraversiamo il porto e andiamo a prendere il famoso the all’ancor più famoso Peninsula hotel. Se piace il genere è un’esperienza davvero imperdibile e in più assolutamente baby friendly!

Il giorno dopo usciamo alla volta di New Kowloon per visitare i bellissimi Nan Lian Garden e il Chi Lin Nunnery, un imponente tempio buddhista. Nel pomeriggio ci dirigiamo verso il museo di storia della città di Hong Kong concentrandoci sulle sale del folklore e della cultura cinese ricche di dettagliatissime riproduzioni, un museo molto valido anche per incuriosire i bambini.

Hong Kong con bambini - Chi Lin Nunnery
L’ultimo giorno ad Hong Kong è dedicato ai vizi… alle 11.00 brunch all’Intercontinental Hotel: lussuoso, godurioso, buonissimo.
Andiamo in albergo e prendiamo il taxi per l’aeroporto… Vittoria scoppia a piangere perché vuole restare ad Hong Kong! Per tutto il viaggio è stata ancora più partecipe e consapevole di quanto potessimo aspettarci data la sua età, si è divertita esageratamente e ha imparato moltissimo… e almeno una volta a settimana ci chiede quando torneremo!

Alessia
{testi e fotografie di Alessia Dotti}
{le foto di: copertina, vista aereo e del tempio cinese sono tratte da Shutterstock}

 

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