Voli lunghi con bambini: meglio di giorno o di notte?

Quando si devono affrontare lunghi viaggi, è meglio volare di giorno o di notte? La risposta può sembrare scontata: molto meglio viaggiare di notte, così si dorme e si arriva più riposati. Ma siamo proprio sicuri che sia sempre così?

Fino a qualche anno fa non avrei avuto dubbi nel sostenere che un volo notturno fosse decisamente preferibile ad un volo diurno, soprattutto con i bimbi e soprattutto in occasione di un intercontinentale! L’idea di fondo è che, volando di notte, ci si possa riposare, arrivando quindi a destinazione belli freschi e pronti per partire alla scoperta di nuove terre.

Ma è davvero così? Siamo proprio sicuri che questa situazione rappresenti la realtà e non un sogno?

Voli lunghi con bambini di notte: speranza o realtà?

Nel 2012, quando Amanda aveva 5 anni, siamo andati alle Bahamas: la partenza era prevista la mattina da Milano con arrivo a Miami (breve volo il giorno successivo per Eleuthera). Ero pronta al peggio, ovviamente, e credo che l’idea di trascorrere un’intera giornata su un aereo dell’Alitalia non alletti nessuno. In realtà, contro ogni mia aspettativa, il volo è andato meravigliosamente per tutti e 3: aereo nuovo e super prestante, ottimi servizi, 11 ore di giochini, filmini e pappa, arrivo a Miami in serata, cena a Miami Beach, tutti a nanna stanchi morti, risveglio la mattina successiva con jet lag già assorbito.

Inizialmente credevo che fossimo stati semplicemente fortunati, poi però ci ho ragionato con calma e mi sono accorta che non si può assolutamente generalizzare sulla bontà dei voli notturni…

Quali sono i motivi che ci inducono a credere che un volo notturno sia migliore rispetto ad un volo diurno? Credo che siano sostanzialmente 2:

  1. pensando al volo notturno ci immaginiamo un aereo buio, silenzioso, in cui tutti stanno zitti e dormono. Tutti compresi i nostri figli ovviamente, per i quali non serve neanche portare giochini o intrattenimenti vari, visto che dormiranno tutto il tempo!
  2. tutti dormono, tuo figlio dorme, quindi anche tu dormi! Sei uscita nel pomeriggio dall’ufficio, stravolta per aver dovuto portare a termine le duemila cose che volevi sbrigare prima della partenza, ma finalmente arriverai in aereo, ti sistemerai, dormirai 12 ore e giungerai dall’altra parte del mondo fresca come una rosa, neanche avessi preso l’autobus per andare a fare shopping in centro!
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Punto 1: in aereo di notte dormono tutti?

Diciamoci la verità: ma quando mai?

Quanti voli intercontinentali sileziosi potete contare nella vostra carriera di viaggiatori? Intendo da/per l’Italia (fattore che incide notevolmente sul livello di rumorosità in cabina). Sarò stata sfortunata io, forse, ma durante quasi tutti i nostri voli notturni, si sono presentate a rotazione svariate tipologie di disturbatori, ADULTI sia ben chiaro (che a me la storia dei bambini urlanti non convince mica!): il logorroico che attacca bottone con tutti, l’esibizionista che racconta i suoi viaggi ad alta voce, la combriccola di pensionati che continua a chiedersi che ore sono a destinazione, il vicino che soffre di aerofagia, o che col gomito ti colpisce in continuazione i fianchi, o quello che legge ininterrottamente per 12 ore con quella ca**o di lucina che ti punta dritto negli occhi…

Ma immaginiamo pure la rosea situazione in cui tutti davvero dormano a bordo. Se l’unico a non dormire fosse proprio tuo figlio? Se l’unico a fare confusione su 300 passeggeri fosse proprio l’amore della tua vita, che non potrai neanche sgridare per non innalzare ulteriormente la rumorosità del tuo nucleo familiare? Non sarebbe forse meglio che fosse pieno giorno e che anche gli altri 300 passeggeri fossero intenti a disturbare il vicino, per passare più inosservati?

Insomma, il punto 1 è realistico – e quindi il volo notturno è da preferire – se e solo se:

  1. tuo figlio dove lo metti dorme
  2. i tuoi vicini non sono disturbatori seriali
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Punto 2: in aereo tu dormi?

Diciamoci la verità, ma quando mai riusciamo davvero a DORMIRE? Ma quando mai noi comuni mortali usciamo da un intercontentale in economy freschi come delle rose?

Metti pure che tutti dormano e che tuo figlio crolli dopo il decollo: se è piccolo e sta nella culletta, bene, ma se è più grande ed è seduto di fianco a te, avrai sicuramente la sua testa o i suoi piedi appoggiati sulle gambe quindi NON POTRAI MUOVERTI FINCHE’ LUI NON SI SVEGLIERA’, con tutto ciò che ne consegue: formicolii, impossibilità di andare in bagno, difficoltà a mangiare per paura di schiacciargli la faccia contro al tavolino, ecc…

Poi niente, io dormo solo se sono sdraiata (o se mi piglio una pasticca) quindi di riposarsi in aereo non se ne parlerà finchè non potrò volare in business! Mi piacerebbe credere di poter scendere dall’aereo con il viso di William e Kate quando atterrarono in Australia come se fossero appena usciti da un centro benessere (beh, sì in effetti forse qualche estetista/parrucchiere con loro c’era) ma la realtà è che, di giorno o di notte, io scenderò sempre da un intercontinentale ridotta come uno straccio passato in una centrifuga da 2000 giri, con le occhiaie che mi sfiorano le labbra e i capelli simil scopa della befana!

Insomma il punto 2 è realistico – cioè il volo notturno è preferibile a quello diurno – se e solo se

  1. tuo figlio dove lo metti dorme (l’avevo già detto?)
  2. tu dove ti metti dormi
Voli lunghi con bambini William e Kate Australia - meglio volare di giorno o di notte con bambini
Photo credits unadonna.it

volare con bambini come scegliere il volo perfetto - voli lunghi con bambini

Voli lunghi con bambini: quindi meglio di giorno? Siamo sicuri?

La conclusione di questo mio ragionamento dovrebbe quindi essere che sia meglio volare di giorno? Non è detto! (sì, sto complicando le cose, lo so).

Ci sono altri fattori da considerare per valutare la bontà o meno di un volo diurno/notturno: la durata del volo, la direzione (verso est o verso ovest) e il numero di fusi. Più in generale, il fattore importante da considerare è l’orario in cui si arriva a destinazione.

Se arrivi di mattina, avrai tutta la giornata di fronte da superare con fatica, per la stanchezza del viaggio e il sonno da jet leg. Solo se sei una di quelle persone che si riposano davvero in volo allora potrai partire alla grande, altrimenti tieni conto del fatto che arriverai a destinazione più o meno stravolto (quindi magari non programmare attività troppo impegnative).

Se arrivi di sera, potrai farti una doccia e andare a nanna: se in aereo ti sei davvero riposato, probabilmente farai fatica a dormire; se invece sei come me, la stanchezza del viaggio sicuramente ti farà crollare subito ed è probabile che anche il jet lag si ammortizzi più rapidamente.

Per concludere, meglio volare di giorno o di notte?

Non esiste una risposta univoca a questa domanda, poichè dipende da come siamo abituati, da quanto ci riposiamo davvero in aereo e da ogni singolo viaggio (non è detto che siano tutti uguali).

Ma una cosa va ricordata: i bambini non vanno mai sottovalutati e la loro capacità di adattarsi alle nuove situazioni è molto più spiccata della nostra…a meno che non siamo noi stessi, coi nostri limiti ed i nostri timori, a “bloccarli”
(E questo non lo dico io ma la nostra psicoterapeuta > Perché si deve viaggiare con bambini?)

Quindi prenotate il volo che costa meno (prestando però attenzione al numero e alla durata degli scali) e piuttosto organizzatevi per ammortizzare quanto prima il jet lag.

Come si fa a superare il jet lag nei bambini? Ne parliamo qui > Jet lag nei bambini

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Milly
(testi e fotografie di Milena Marchioni)

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Dai un’occhiata anche qui:

  1. Aereo con bambini: tutto quello che bisogna sapere prima di partire
  2. Volare con bambini: come scegliere il volo perfetto?

L'autrice: * Milly Marchioni *

Mamma di Amanda, classe 2007. Viaggiatrice indipendente, adoro i vulcani, il mare e le isole tropicali ma anche la montagna e in generale i viaggi a contatto con la natura, passando per le città, i piccoli borghi, i castelli, le sagre di paese... Scoprire il mondo con gli occhi di mia figlia mi sta aiutando a crescere come viaggiatrice ma soprattutto come persona.

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